"GENOVA - Cento euro per risarcire il "danno esistenziale" ad una passeggera che ha atteso un'ora e mezzo l'arrivo a destinazione di un Genova-Torino bloccato da un guasto al locomotore". 23 febbraio 2008, Repubblica.it
Inizia (procede?) così la mia personale Campagna contro i servizi di Trenitalia, con una buona notizia: forse le cose possono cambiare.
Domani sarà lunedì, e come tutti i lunedì mi recherò alla stazione di Genova Brignole per prendere il treno delle 8.10 diretto a Milano.
Se il treno non sarà soppresso (vedi lunedì scorso), riuscirò ad arrivare al lavoro in tempo. Se il treno invece non ci sarà, attenderò con pazienza il successivo, trascorrendo mezz'ora fra biglietteria, ufficio informazioni, inutili telefonate al NUMERO VERDE: 0.15 centesimi alla risposta, 1.29 € al minuto, ma quale numero verde!
C'è da dire che nell'attesa potrò sempre prendere freddo al binario, ascoltando a tutto volume la pubblicità che Trenitalia ha deciso di concedermi, tramite un numero illimitato di maxi-schermi (a occhio sono almeno 20 pollici di televisore).
Io, una consumatrice, bombardata dalla pubblicità Dolce e Gabbana, alle otto di mattina, con un sonno bestia addosso. Cosa credete, che appena arrivata a Milano, correrò a comprare il profumo in questione per tirarmi su di morale?
Se davvero volete farmi sorbire la vostra pubblicità, mi pagate, oppure mi fate uno sconto sul biglietto.
15,50 € per un treno dove non posso nemmeno andare in bagno e sperare di poter tirare la catena. Tariffa intercity con diritto di posto a sedere. Altrimenti 15,50 € senza diritto di posto a sedere, è uguale.
Soprattutto al ritorno, alle 18.10 del venerdì, quando i corridoi sono affollati di gente, e in bagno è proprio impossibile andare.
Fatemi pagare, e caro, ma non ditemi che questo è un servizio migliore, più comodo, un servizio vero.
Tanto nessuno reclama, nemmeno per i ritardi ritoccati a 25 minuti (una volta, giuro, sono stati 29!) per non pagare il rimborso del 30%.
Fare un reclamo, e perché mai?
Per ricevere tre mesi dopo le vostre scuse?
Ne faccio a meno, e farei volentieri a meno di voi.
domenica 24 febbraio 2008
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